Il progetto, diventato poi un libro firmato dal giornalista “gastronomade” Vittorio Castellani aka Chef Kumalè, va alla scoperta delle mille varianti con cui il caffè è stato adattato al gusto e alle abitudini dei popoli che lo hanno accolto nella loro quotidianità.
Così, se oggi l’Espresso può essere considerato “il linguaggio universale del caffè, condiviso nei 5 continenti, è importante sapere che esistono e resistono in ogni Paese anche i dialetti locali, ossia riti, cerimonie, abitudini e stili di consumo legati alle singole tradizioni” (Chef Kumalè).