Il terreno è infatti molto più complesso di quello che si vede in superficie: «è composto da un primo strato normale, seguito da sassi accompagnati da una rete di drenaggio, un livello di scorie, calcare bianco e, solo alla fine, uno strato di mattoni sminuzzati».
Bruno ci tiene a specificare che non esistono campi di serie A o B, ognuno è preparato con la stessa cura e dedizione; certo, spiega: «il campo centrale richiede più lavoro a causa delle dimensione, però chi ci lavora può godersi i match migliori». Un impiego che richiede quindi impegno e pazienza, ma che sa dare grandi soddisfazioni grazie all’atmosfera unica che si respira durante il torneo, dove gli addetti ai lavori possono incontrare grandi campioni del presente e del passato.